giovedì 22 settembre 2011

Trecento!!!!



Evviva!!!! Il blog di Potolina ha raggiunto i 300 lettori! E per questo bisogna festeggiare! Innanzitutto GRAZIE, a chi mi segue abitualmente, a chi passa e sbircia, a chi ha la pazienza di leggere, a chi è di passaggio e soprattutto a chi trova il tempo per commentare!

E' per questo che un ringraziamento particolare dal cuore va alla saggia Annaferna, a Pinkymommy, a Eu, a Federicasole, a Valepi, a Adry, a Adriana, a FioreS, ad Adriano Salza, a Franz, a Creativando, a Corie, a Marco e Barbara, ad Emily, all'artista Barbara Pagliarani, a Mammadifretta, alla romantica Lilybets, alla quasi sposina Libby, a Giorgialand, a Simo, a Stefylù, a Fabi, a Kriegio, a Finalmentemamma, a Suster, a Vale dell'azienda agricola cà Versa, a Waiting ed alle sue faccine, a Violetta, a Semplicementemamma, a Cri, Iris, Marialuisa con il cuoricino e a Luisa, a Ele, Amammuzza.....siete tanti,tantissimi e non sapete che gioia è aprire alla mattina il blog e trovare evidenziati in arancione i vostri commenti!

Grazie a tutti, proprio tutti, a quelli che ho nominato, a quelli che non ho nominato, agli "invisibili" ed ai presenti!
Grazie a tutti coloro che mi hanno dato premi, che mi danno fiducia, sostegno, consolazione...grazie per esserci.
Grazie a mio marito che pazientemente rilegge tutti i post ed è costretto ad esprimere un giudizio in trenanosecondi, al mio Patatino, ai miei suoceri, ai miei ormoni e alle vecchiette rompitimpani tutti fonte di ispirazione!
Grazie a questo mezzo perchè scrivere è esprimere...ed io mi spremo davvero tanto!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
p.s. vorrei menzionare tutti quelli che hanno lasciato un segno del loro passaggio sul blog, siete tanti e vi ringrazio tutti, di cuore!

I cento figli


No, non è il titolo di un film nè di un libro ma è la frase che mia madre soleva ripetermi tutte le volte che in qualche modo la deludevo : "Una mamma è buona per cento figli ma cento figli non sono buoni per una mamma!".
Una fitta al cuore, una morsa allo stomaco, un senso di profonda tristezza mi prendeva ogniqualvolta ascoltavo questa frase. Non mi sentivo mai abbastanza. Qualsiasi cosa facessi per compiacerla, per vederla sorridere, per poterla vedere felice era sempre troppo poco.
E' per questo che bandisco questa frase dal mio vocabolario mammesco. Non vorrò mai, e dico MAI, dire a mio figlio una cosa del genere. Innanzitutto perchè non la penso con la mente. Io sono in debito con la Vita e con lui per la gioia immensa che mi ha regalato nel diventare mamma. Sono in debito per quello che mi sta insegnando, a sua insaputa, perchè se anche sacrifico una parte di me lo faccio con gioia, consapevolezza, perchè so che un mio gesto di abnegazione è acqua che alimenta una piantina appena nata...
E' molto probabile che mia mamma non fosse pienamente consapevole (?) della portata di quella frase, o del fatto che continuamente considerasse noi figli un sacrificio, un ostacolo, un peso...tanto che non appena siamo andati via di casa mi ha spedito in grossi scatoloni, in un furgoncino dal sud al nord, tutto, e dico tutto quello che mi apparteneva e di cui oramai non c'era più spazio nella casa materna!
Oggi però vedo nelle mamme una consapevolezza diversa. Sbirciando qua e là nei blog mi accorgo di quanto la maternità sia considerata un dono ineguagliabile e di quanto la sua mancanza provochi grossi sofferenze. Di come le donne siano sempre più disposte a mettere da parte le proprie ambizioni personali per fare largo e spazio alla loro ambizione più grande: l'essere mamma.
Grazie Signore per avermi reso mamma, grazie per avermi fatto assoporare la gioia di avere due cuori contemporaneamente per nove mesi della mia vita nel mio corpo, grazie per farmi godere tutti i giorni dei progressi del mio bambino e del suo sorriso irradiante d'amore...spero di essere all'altezza di questo compito per crescere un bimbo, futuro adulto, felice e capace di amare... e grazie a te, piccolo mio, che con la tua esistenza dai senso e colore alla mia!

mercoledì 21 settembre 2011

Interventi invisibili!



Quando la realtà supera la fantasia...

Tra pochi giorni ricorre il nostro secondo anniversario di matrimonio e ieri in un attacco di romanticismo acuto decido di sfogliare l'album delle nostre nozze.
E' un album di quelli come si facevano un tempo, in pelle ( finta naturalmente anche se non sarebbe stato assurdo trovarci la nostra di pelle per quanto ci hanno spellati nel portafogli!) ...c'è la carta velina su ogni foto, la maggior parte delle foto sono in bianco e nero...bellissimo
( lo so, è una dichiarazione di parte).
Mentre sfoglio e mi vedo e rivedo ogni foto maniacalmente tanto che i RIS informatici quasi quasi mi portrebbero anche assumere per quanti dettagli vado a notare, ecco che mi accorgo che in una foto in primo piano, in cui rido a trecentosessantadenti, i fotografi mi hanno aggiunto ...un dente!!!!
Sì, giuro, allucinante!!! Evidentemente c'era un buchetto antiestetico ed i fotografi hanno pensato bene di intervenire con un ritocco... odontoiatrico! All'inizio pensavo di essermi sbagliata e ho cominciato a tastare i denti per vedere se per caso me ne era sfuggito uno, contandoli ad uno ad uno, poi, non contenta, prendo lo specchio e controllo che non mi sia cresciuto un dente a mia insaputa...risultato: mi hanno proprio ritoccato!


martedì 20 settembre 2011

Conversazioni impossibili!



Io - Mi piace Torino, è una bella città! -
Lei - E vabbè ma tu parli così perchè sei del sud, ma tutte le città del nord si somigliano...-

Io - E' una città a dimensione umana -
Lei - E vabbè ma tu parli così perchè vieni da una metropoli -

Io - Ci sono molte iniziative culturali -
Lei - E vabbè, solo perchè giù da te non sanno valorizzare le bellezze che hanno -

Io - Speriamo mi chiamino per le supplenze quest'anno -
Lei - E vabbè, tanto tuo marito non ha il posto fisso? -

Lei - E vabbè allora ti chiamo -
Io - E vabbè non lo so, sai ,mi hanno tagliato la linea telefonica, il cellulare non mi prende, un gruppo di alieni mi ha sequestrato il pc ed io sto per diventare muta...
Lei - E vabbè, allora ci sentiamo!


SENZA PAROLE






venerdì 16 settembre 2011

Quando....


Quando lasciai il mio fidanzato alle soglie del matrimonio, sapevo che sarei andata incontro ad una serie di difficoltà, di ostilità, di sbigottimento ma non sapevo quanto avrei imparato dalla solitudine.

Avevo rotto, e non solo con lui, avevo rotto con il mio passato, le mie abitudini, la famiglia che fingeva di aver capito le ragioni del mio gesto ma che in fondo da allora in poi mi ha sempre guardato con occhio indagatore della serie - Ma questa è scema o cosa? -

Non ero più la brava ragazza di famiglia che aveva trovato il buon partito e che dopo la laurea, "saggiamente", aveva deciso di convolare a nozze per avviarsi verso la vita coniugale...poco importava se quella fosse o meno la vera Potolina, poco importava se Potolina era felice...stava rispettando gli standard, gli schemi, andava bene così...

Ma non per me...quel giorno, quando raccolsi tutta la forza che avevo per comunicare la mia decisione, non sapevo che stavo entrando in un tunnel di solitudine vera, quella che ti fa cercare disperatamente una parola di conforto, quella che ti fa elemosinare un sorriso. Attorno a me il vuoto...Qualsiasi decisione presa da allora era oramai bollata - Tanto si sa, Potolina fa le cose impulsivamente - e non sapevano quanto si sbagliavano e non credo lo sapranno mai...in fondo poco importa ...

Non accettavo raccomandazioni sul lavoro, volevo fare di testa mia, volevo dimostrare che potevo fare qualcosa di buono, da sola, e non perchè ero figlia di ... , moglie di..., nipote di...volevo dimostrare a me stessa di valere qualcosa...

Me ne andai, lontano, molto, ma con la mente molto più lontano dei chilometri che effettivamente mi separavano da casa e così per anni ho vissuto in un carcere emotivo di cui ancora porto i segni indelebili addosso.

Volevo fuggire da un mondo fatto di cartone, di apparenze, di bei vestiti, di ostentazione di cultura, di allegria premeditata, perchè nessuno sapeva cosa realmente accadeva una volta chiusa la porta di casa e chi sapeva ha fatto finta di nulla. E gli amici, quelli che ora si riempiono le bacheche di facebook con frasi mielose sull'amicizia, sull'amore, sull'ascolto, sono gli stessi che allora si riempirono le orecchie di ovatta...ero uscita fuori dagli schemi...dai loro schemi.

Era una bella famiglia, mamma si era risposata, abbiamo avuto un fratellino - una gioia - oggi fratellone...eppure solo noi sappiamo che non era tutto rose e fiori. Di aspetti positivi ce ne sono stati tanti, ma anche tanta sofferenza, tanto dolore taciuto e condiviso, tanta prevaricazione...lo sappiamo noi, chi di noi ha voluto ricordare...io ricordo, mio malgrado, ma ho perdonato. Ne vale la pena perdonare.

La fede mi ha salvato. Mi ha fatto vedere la luce quando era buio pesto. La fede mi ha preso per mano conducendomi a costruire quello che facilmente poteva essere distrutto.

Ora sono felice, eppure piango come non mai. Adesso ho la famiglia che ho sempre desiderato, l'amore ed il rispetto regnano nella nostra casa, la fede continua a condurci per mano ed io guardo indietro con tenerezza, a volte rabbia, solitudine, forse avrei potuto dare di più...anzi, sicuramente, ma combattevo per sopravvivere.

Viviamo così in superficie, ci accontentiamo di credere a ciò che vediamo e vediamo solo quello in cui crediamo...ho incontrato persone distanti tra loro anni luce, talmente prese da se stesse, chiuse in se stesse da avere occhi spenti seppure aperti.

La solitudine mi ha insegnato ad ascoltare oltre l'evidenza. A non giudicare. Mai. A capire che quando tutto sembra perduto c'è sempre Qualcuno che ti prende per i capelli e ti fa respirare davvero. Credo in Dio, e non solo perchè vengo da una famiglia cattolica ( a dire il vero per quanto bigottismo ho visto dovrei essere atea a quest'ora!) - ma perchè ne ho fatto esperienza, perchè ho sentito l'Amore e ne sono stata letteralmente travolta.

Ho imparato che da ogni cosa è necessario prendere l'aspetto positivo, perchè c'è sempre, e se non c'è ce lo inventiamo e se ci crediamo lo rendiamo vero.

In questi momenti, in cui un senso di tristezza mi pervade totalmente, sono gli stessi in cui mi assale un senso di gratitudine immensa, sconfinata, perchè quella che sono oggi, la famiglia, mio marito ed il mio patatino è quello per cui vale la pena aver combattutto, sofferto e dimenticato...






La telefonata


Ho la netta sensazione che i miei parenti e affini in questi giorni siano colpiti tutti da un attacco di dislessia acuta ( me compresa, ma la mia è cronica quindi non fa scalpore! ).
Ieri pomeriggio, parlando al telefono con mia mamma, dopo invani e rocamboleschi tentativi di far parlare il mio patatino al telefono, cercando di fargli mille linguacce, di fargli emettere un suono simile a -nonna- così mia madre sarebbe stata contenta, per cui gli facevo toccare le cornici sulla cassapanca per poi mimargli il gesto - NO- così lui ripeteva - nio nio - e mia mamma si illudeva che il suo nipotino l'avesse chiamata....ecco, dopo aver improvvisato il circo nel salotto, il tutto con il cellulare incollato alla bocca del mio cucciolo, ecco, la telefonata si conclude così
- Com'è bello il mio nipotino, dagli un bacio da parte tua! -
SENZA PAROLE

mercoledì 14 settembre 2011

SMS



Ieri pomeriggio invio questo sms al mio maritino:
"Tesoro, stasera ti ho preparato una cenetta buonissima...fai presto a tornare, un bacione anche dal Patatino"
E lui mi invia questo sms di risposta:
"Sei dolcissimo"

E' stato in quel momento che ho capito che la ceretta non poteva più aspettare!

Sos adolescenza !

Avere due adolescenti in casa significa imparare un nuovo vocabolario che i geroglifici egiziani a confronto sono una passeggiata di salute ...