Nella vita cosiddetta "reale", quella fatta di incontri con persone in carne, ossa e sangue, per la paura di sentire ancora quel fastidio che scaturisce quando vi è disaccordo ed incoerenza tra le parole ed i fatti ho smesso di raccontarmi. Mi infastidiscono quelle persone che parlano tanto di sè mostrandoti un'immagine che all'atto pratico è il contrario di quello che emerge ed è una cosa che non sopporto in me. Non mi piace ritrovarmi a "mostrare" me come mi penso e poi dare prova ed esempio di un'altra me.
Ho smesso di parlare di quello che penso, dei valori in cui credo, di come sono fatta, di ciò che mi piace e di ciò che non mi piace...
Questa cosa se da un lato mi ha tolto il peso di "dover giustificare" le parole se non sono seguite dai fatti e viceversa e delegando alle mie azioni ed alla mia vita fatte di cose concrete, di atti tangibili, il mio parlare è però, anzi direi il mio non parlare, dall'altro lato, una minaccia al rapporto con gli altri.
Non so più parlare di me. Nei social mi scateno...esprimo con la scrittura quello che a voce riesce difficile far uscire. A qualcuno capita a volte di stare anche simpatica...molto spesso risulto antipaticissima, saccente, irosa....vorrei fare la differenza anche nella vita reale, eppure mi percepisco molle, inconsistente...a volte un pò un ibrido.
Ma a quattrocchi mi inibisco. Subisco troppo l'empatia che si crea con il mio interlocutore e dimentico me stessa a tal punto da bloccare i pensieri e trovarmi ad annuire o dissentire semplicemente in una frazione di tempo lunga quanto un sì oppure un no...non vado avanti. Ascolto molto, comprendo molto, patisco molto. Sorrido anche molto.
A volte è la paura che mi blocca, a volte l'interlocutore, a volte gli argomenti...e così con la scrittura riesco a trovare quegli spazi, quella calma, quella passione e a formulare pensieri ordinati...
Sarebbe bello se riuscissi a trovare quell'armonia tra parole e fatti, tra scrittura e azione, tra quella che sono e quella che vorrei essere...Vivo in un deserto ormai da anni, a volte ho la sensazione di non aver vissuto in altro posto che il deserto stesso, eppure quando sento quell'impulso a tuffarmi in mezzo agli altri c'è una corda elastica che mi riporta non al posto in cui ero prima, ma molto molto molto più indietro e molto più lontana da quel punto che segna il perimetro tra il possibile ed il desiderato.
Sono solare, ma non sono socievole.
Sono allegra ma anche profondamente malinconica.
So essere leggera come solo chi ha portato macigni molto pesanti sa fare.
Ma non so comunicare, non so stare in mezzo agli altri. E quelle parole che sono la mia prigione sono anche sulla tastiera la mia forma più sincera di libertà.
Allontano le persone quando vedo che il rapporto può stringersi oltre le barriere che inconsapevolmente pongo a me stessa ed agli altri...le allontano...non creo ponti, non creo incontri, li evito...combattuta tra il desiderio di vivere rapporti autentici e l'impulso a chiudermi in un mondo in cui nessuno può entrare alla ricerca di un equilibrio che vedo così lontano...
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