Sono giorni opachi, giorni in cui braccia invisibili mi tengono legata, mani mi tappano la bocca, pugni mi si infilzano nello stomaco e mi manca l'aria...Sono incompleta, mi sento incompleta...perchè se è pur vero che la forza davanti al dolore per una maledetta malattia che sta pian pian consumando chi è stato testimone della tua adolescenza e adultità, sopravviene misteriosamente, se è pur vero che combatti e comunque trovi la forza di farlo per portare avanti le incombenze quotidiane, se è pur vero che la famiglia che hai costruito, tuo marito e il tuo dolce patatino riempiono gli occhi di gioia e il cuore di amore, se è vero tutto questo è anche vero che mi manca sognare a lungo termine...e non perchè non abbia più sogni, non perchè non abbia creatività e voglia di fare...mi sento di poter dare tanto e di essere soffocata al primo passo per muovermi verso la realizzazione di ciò che desidero fare. Mi sono rimessa in gioco. Ricomincio a studiare. Mi voglio prendere questa fantomatica abilitazione che mi permetterà di poter insegnare a pieno titolo ma...ma stavo già assaporando l'idea di fiondare anima, mente e corpo nei libri che leggo che ci sono solamente 15 posti disponibili per seguire questi famosi TFA ( tirocini formativi) presso l'Università di Torino per poi, dopo aver pagato e non solo con il sudore ed il merito, vivere ancora nell'incertezza del posto tanto ambito, se mai hai lloccasione di entrarci in questi tirocinii...
E' una sensazione così strana, avvilente direi, come se non ci fosse spazio anche per me, non solo come moglie e mamma, ma come donna che ha dei "talenti", intesi come doni e che non trova la giusta via per incanalarli nella direzione giusta. In questi giorni ho anche scoperto il commercio online, ho cominciato a vendere cose che non metto, cose inutilizzate, sto cercando di inventarmi la qualunque ma è così difficile aggrapparsi alla vita, aggrapparsi con le unghie ed i denti per un barlume che come miccia si infiammi per darti la carica...Mi sento così incompleta...E non riesco nemmeno a parlarne a "voce"...evito le telefonate chilometriche in cui faccio uno sforzo enorme ad ascoltare ( cosa che di solito mi riesce benissimo), vorrei sfogarmi ma non so da cosa e da dove cominciare. Sono stanca. Stanca anche di abbandonarmi e di non voler essere sollevata. Sono in preda all'umore ad a tutte quelle paturnie inutili che ho sempre disprezzato e che ho sempre combattuto, cerco di inventarmi la qualunque ma sono stanca anche di avere sempre io per prima l'iniziativa su tutto..."andiamo qui?facciamo questo? ecc..ecc..". La sensazione anche qui a casetta è che se mi fermo con il pensiero si blocca tutto, quando in questo momento sono solo inciampata e avrei bisogno davvero di essere presa in braccio...anche solo per un pochino...
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Non essere troppo severa con te stessa. La malattia consuma il malato e assorbe chi gli vuole bene.
RispondiEliminaMio zio è entrato in ospedale, neanche il tempo di accorgersi che stava male che se n'è andato in 40 giorni. Ti giuro che non si pensava ad altro e tutto ha assunto un colore grigio. Piano piano stiamo aggiungendo i colori, uno alla volta. E non è facile. Quindi non preoccuparti se non fai le cose di prima. Ora sono altre le priorità. Un abbraccio.
Ti sono vicina.
grazie....mi dispiace molto per tuo zio....un abbraccio
Eliminatieni duro... il Signore ci mette davanti solo prove che sappiamo superare!
RispondiEliminain certi momenti non ne sono così convinta ma lo credo anche io! ...grazie un abbraccio!
EliminaLa malattia provoca dolore e distrugge non solo in chi la vive ma anche tutti quelli che gli stanno vicino. Occorre essere forti e non bisogna arrendersi...coraggio continuate a combattere
RispondiEliminaUn abbraccio forte
sì è vero...e di certo il "contorno" non aiuta...un bacione
EliminaA volte basta parlare con chi ti sta vicino... Tuo marito sa che hai bisogno di "essere presa un po' in braccio"? A volte basta solo chiedere aiuto... Magari non ti risolve il problema di fondo ma, sentirsi sostenuti aiuta parecchio
RispondiEliminaa volte ho il sospetto di appoggiarmi a lui fin troppo!!!....bacio!
EliminaCome ti capisco. La mia mamma non c'è più da tre mesi, ma mi manca così tanto. Mentre stava male vivevo esattamente le emozioni che hai espresso tu (eccetto i tirocini, ma a me sul lavoro "precarissimo" me l'hanno fatta pagare l'assenza...), adesso mi sento vuota e basta. I miei figli mi tengono legata a terra, ma la testa è confusa, disperata. Posso solo sperare che per te vada tutto meglio. Resisti finché puoi, e lasciati andare quando non ce la fai più (io lo sto facendo a scoppio ritardato, non volevo cedere prima).
RispondiEliminaUn abbraccio forte.
mi dispiace moltissimo per ciò che ti è accaduto, in certi casi le parole sono davvero poche per esprimere tutto quello che abbiamo dentro...avere fede è fondamentale anche se in certi momenti a vacillare sei tu in prima persona...un abbraccione!!!
EliminaMi dispiace che ti senti così... è dura... specialmente in Italia... io dico sempre che lì... è impossibile realizzare i sogni... è dura... però pochi ce la fanno... e potresti essere tra quelli...
RispondiEliminaun abbraccio... e un cucchiaio di gelato al cioccolato per tirarti su.
....un bombolone alla nutella va bene uguale? grazie mille! ;-)
EliminaLa malattia di chi amiamo, mentre sembra chiudere l'orizzonte esterno, lavora all'interno: accoglila come compagna di questo momento e lascia che sia lei a stabilire i passi, ti farà male, ma se non la rifiuti saprà essere una buona insegnante. E' il momento di resistere. Resistere, non proporre, agitarsi, inventarsi mille cose, solo rimanere a galla, per ora.
RispondiEliminaUn abbraccio
Anche io sono in ballo con il tfa, con tutto lo svilimento che ne consegue...ma non affiderò a questo il potere di dirmi chi sono e cosa so fare. Con o senza rimango la stessa persona, con talenti che possono sempre essere spesi e che nessuno mi toglie.
RispondiEliminaSe fossimo delle macchine non vivresti qunato hai descritto. Se fossi insensibile, se non ci fosse dentro di te quella sana fragilità che ti aiuta a riconoscere e a dare un nome a quello che sperimenti, forse tante cose scivolerebbero via senza lascia traccia. Ringrazia la tua umanità perchè sarà proprio lei a farti ripartire.
RispondiEliminaGli abbracci non sono mai troppi, e sicuramente in questo momento ne hai un bisogno profondo. Sei ammirevole nel rimetterti in gioco. Io ci ho provato ma non sono riuscita a conciliare casa-figlia-lavoro-stanchezza-voglia. Quindi mi tengo la mia mini laurea e ciao. Brava!
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